La crisi asiatica spinge l’oro a 1.326 dollari l’oncia

Pubblicato: 31/08/2017 13:09:48

Balzano i corsi dell'oro in mattinata sui mercati, al più alto livello dopo nove mesi, beneficiando del suo stato di bene rifugio a fronte delle tensioni intorno alla Corea del Nord. L'oncia d'oro è salita fino a 1.326,16 dollari verso le 8 Gmt, intorno ai livelli segnati nel novembre scorso in corrispondenza all'elezione di Donald Trump. Venerdì scorso aveva segnato 1.285,30 dollari al fixing della sera, l'ultimo disponibile dato che ieri era un giorno festivo nel Regno Unito. I mercati sono cauti e con gli occhi puntati al regime di Kim Jong-Un dopo il lancio di un missile balistico che ha sorvolato il Giappone. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha denunciato l'evento come una “minaccia grave e senza precedenti”. Questo incidente riapre i timori degli investitori sulle conseguenze delle tensioni geopolitiche in Asia, che avevano già scosso i mercati finanziari in piena estate con l'escalation verbale tra il leader nordcoreano e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. «L'oro sembra aver beneficiato delle tensioni in atto, attualmente scambiato al suo livello più alto in nove mesi. Tuttavia, la maggior parte dei guadagni del metallo prezioso è stata ottenuta prima del lancio del missile, il che significa che sono diversi i fattori dietro questo aumento», afferma Hussein Sayed, analista di mercato presso FXTM, riferendosi in particolare al contesto politico e monetario negli Stati Uniti, con le preoccupazioni intorno alla capacità di Donald Trump di stimolare l'economia e l'incertezza che regna sui futuri rialzi dei tassi da parte della Fed. Questi fattori pesano sul dollaro e rendono gli acquisti del metallo prezioso meno costosi per gli investitori muniti di altre valute.