L’oro batte davvero l’inflazione o è un falso mito?

Pubblicato: 18/05/2018 10:15:01

L’oro rappresenta davvero un’assicurazione contro l’inflazione, che a detta di quasi tutti gli esperti tornerà a farsi vedere nel 2018 dopo una lunga assenza? Il metallo giallo ha chiuso l’anno appena terminato con la migliore performance da sette anni (+13%, sopra la soglia psicologica dei 1.300 dollari l’oncia) nonostante non si sia assistito a una fiammata del carovita. Ma se è vero che da quest’anno l’inflazione riprenderà a salire, come prevede la maggior parte delle banche d’investimento, avere in portafoglio oro difenderebbe i risparmiatori dall’erosione del potere d’acquisto della moneta? Se guardiamo al passato, scopriamo che la correlazione tra oro e inflazione funziona solo a intermittenza. Come nota Charlie Bilello, analista di Pension Partners, è vero che dal 1975 al 2017 l’oro ha messo a segno un rialzo del 581% contro il 375% dell’inflazione. Ma è altrettanto vero che altri tipi di asset, come azioni e obbligazioni, nello stesso periodo di tempo hanno decisamente sovraperformato l’oro in termini reali, ossia depurati dall’inflazione. Tra il gennaio 1975 e l’ottobre 2017, l’oro ha messo a segno ritorni reali medi annui dello 0,9% contro il 4,5% delle obbligazioni investment grade e l’8,4% dell’indice S&P500 total return. Tra l’altro il metallo prezioso mostra una performance inferiore ma con una volatilità annua media (19,5%) superiore a quella dello S&P500 (14,8%) e delle obbligazioni “investment grade” (6,7%): quindi con un livello di rischiosità maggiore, ma per ottenere risultati inferiori.