Guerre e sanzioni non risvegliano l’oro: giù prezzi e consumi

Pubblicato: 18/05/2018 10:16:49

Guerre, sanzioni e mercati ballerini non sono riusciti a riaccendere l’entusiasmo per l’oro nel 2018. Gli investimenti sono crollati, tanto da affondare la domanda globale a livelli che nel primo trimestre non si vedevano da dieci anni secondo il World Gold Council (Wgc): 973,5 tonnellate, in calo del 7% rispetto allo stesso periodo del 2017. Anche l’andamento dei prezzi rispecchia (e in parte spiega) lo scarso interesse per il lingotto. Mercoledì l’oro è sceso ai minimi dell’anno, vicino a 1.300 dollari l’oncia, anche se la Federal Reserve è riuscita a farlo rimbalzare intorno a 1.315 dollari, confermando un percorso cauto di risalita dei tassi d’interesse. Le quotazioni hanno avuto qualche sporadica fiammata nel corso del 2018 e ad aprile si sono spinte sopra 1.365 $, sfiorando il record da due anni. Ma sono comunque intrappolate da mesi in una fascia di oscillazione insolitamente ristretta, di appena 50-60 dollari, che le tensioni geopolitiche non sono finora riuscite a spezzare. La stretta monetaria avviata negli Usa e la salita dei rendimenti dei Trasuries – con quello a dieci anni che ha bucato la soglia psicologica del 3% – non giocano a favore dell’oro. Così come non giova che il dollaro da qualche settimana sia tornato, in modo imprevisto, a rafforzarsi.