Oro la Fed torna a guidare il mercato

Pubblicato: 22/03/2014 16:41:36
La Federal Reserve è tornata a ispirare l'andamento del mercato dell'oro. E l'effetto è decisamente ribassista: il metallo continua a perdere quota e giovedì è sceso fino a un minimo di 1.320,90 dollari l'oncia sulla piazza londinese, in flessione di oltre il 5% rispetto al picco di inizio settimana, quando aveva superato 1.390 $. Era dallo scorso novembre che non si verificavano quattro sedute consecutive di ribasso per l'oro. E adesso sono in molti a ricordare la previsione di Goldman Sachs, che un paio di settimane fa – in pieno rally – insisteva che il lingotto savrebbe presto tornato a svalutarsi e che anzi le probabilità di una caduta a 1.000 $ (la prima dal 2009) si stavano facendo rafforzando, anziché venire meno. 
Un contributo alla discesa di questi giorni è arrivato dalla percezione che l'emergenza in Ucraina sia terminata: Kiev ha accettato di ritirare le sue truppe dalla Crimea, concedendo la sconfitta, mentre il Cremlino ha escluso di aspirare ad ulteriori annessioni. Ma il fattore decisivo per accelerare le vendite è arrivato dagli Stati Uniti, proprio come sosteneva Goldman.
Gli investitori sono rimasti molto colpiti dalle posizioni della Fed, o meglio: dalla conferenza stampa che mercoledì ha fatto seguito alla riunione del comitato monetario, la prima ad essere condotta da Janet Yellen. Le sue parole hanno scatenato infinite discussioni e in qualche osservatore anche il dubbio che la neopresidente sia sia involontariamente lasciata andare a dichiarazioni avventate. Nell'interpretazione prevalente il messaggio è stato comunque quello che gli stimoli all'economia Usa si concluderanno quest'autunno e che i tassi di interesse potrebbero risalire già a inizio 2015, ben prima di quanto ci si aspettasse: il tasso sui Fed Funds non a caso si è impennato e l'oro, specularmente, è andato a picco. Un movimento accentuato dalla presenza di molte posizioni lunghe (all'acquisto) al Comex, che evidentemente gli investitori si sono affrettati a chiudere, rassicurati anche da una domanda tiepida sul mercato fisico, persino in Asia (anche se i consumi potrebbero migliorare in India, dove altre 5 banche sono state autorizzate a importare). 
Nel frattempo, potrebbe venire meno ogni vincolo alle vendite di oro da parte delle banche centrali europee. Carl-Ludwig Thiele, del board della Bundesbank, ha dichiarato al Wall Street Journal che gli istituti stanno valutando di non rinnovare il Central Bank Gold Agreement (Cbga), in scadenza a settembre. L'accordo, rinnovato due volte dal 1999, limita a 400 tonnellate l'anno le vendite di riserve auree. La sua abolizione non dovrebbe comunque avere effetti dirompenti, perché da anni il settore ufficiale vende poco o nulla in Europa, mentre in molti Paesi emergenti, al contrario, acquista oro.