Oro in picchiata sotto 1.230 dollari: quasi cancellato il rialzo del 2014

Pubblicato: 16/09/2014 10:02:46

L'oro aveva iniziato l'anno all'insegna dei rialzi. Quasi tutti i guadagni sono ormai cancellati: il metallo è tornato a perdere valore e questa settimana le vendite sono accelerate, fino a ricondurre le quotazioni sotto 1.230 dollari l'oncia, su livelli che non si vedevano dai primi di gennaio. E i ribassi non stanno risvegliando l'interesse dei risparmiatori asiatici, che tante volte in passato erano intervenuti a risollevare le sorti del lingotto.

A dominare la scena è di nuovo la Federal Reserve, che dopo aver riversato sui mercati 4mila miliardi di dollari si appresta a concludere in ottobre la lunga avventura del quantitative easing, il costo del denaro negli Stati Uniti sta già risalendo e il dollaro – che ha ritrovato una forte correlazione inversa con l'oro – non smette di correre: il dollar index, che riflette il valore della divisa americana nei confronti delle principali valute, sta salendo da 9 settimane consecutive, il rally più lungo dal 1997.

«I tassi nominali si sono mossi al rialzo, il che può riflettere un'accelerazione della crescita e l'aspettativa di una stretta monetaria da parte della Fed – conferma Michael Widmer di Bank of America Merrill Lynch – Allo stesso tempo abbiamo visto che le attese di inflazione non sono andate da nessuna parte. Questo è il più ribassista tra gli scenari possibili per l'oro. E il dollaro non aiuta».

Il lingotto lotta per non cedere con decisione sotto quota 1.232 $, una soglia tecnica che se sfondata al ribasso – avvertono gli analisti di ScotiaMocatta – aprirebbe la strada a un'ulteriore discesa verso 1.180 dollari. La sua debolezza ha intanto contagiato gli altri metalli preziosi, compreso il palladio, che sembra aver invertito la rotta dopo le performance stellari di quest'anno: un rialzo di quasi il 30% che l'aveva portato il 1° settembre a 910 $/oz, record da 13 anni. Questa settimana il metallo ha perso circa il 7% e ieri è sceso ai minimi da 3 mesi (816,70 $). L'argento è andato invece ai minimi da 14 mesi (18,42$) e il platino da 9 mesi (1.349 $).

In Asia la discesa è stata accolta con freddezza: nessuna corsa all'acquisto, a quanto pare, in un'area del mondo in cui ormai si concentra circa due terzi della domanda di oro e dove fino a poco tempo fa ogni ribasso era visto come un'opportunità. Per l'India in particolare c'è addirittura chi inizia a sospettare l'avvio di un cambiamento epocale, con le nuove generazioni sempre meno legate all'oro fisico. Del resto, complice il forte aumento dei dazi di importazione, in India la domanda di oro per investimenti è calata del 67% nel secondo trimestre, mentre nell'anno fiscale iniziato ad aprile i fondi comuni hanno attirato 50 miliardi di $, sei volte il flusso dell'intero anno precedente, e il turnover alla borsa di Mumbai è cresciuto del 61 per cento.