Con lo Yemen l’oro torna bene rifugio e vola a 1.220 dollari
Pubblicato: 31/03/2015 15:15:53L’escalation militare in Yemen ha preso di sorpresa i mercati e l’oro ha colto la palla al balzo per accelerare la ripresa, fino a sfiorare 1.220 dollari l’oncia. Gli investitori hanno riscoperto anche stavolta il ruolo di bene rifugio del lingotto. Ma le quotazioni stavano già risalendo la china, da quando la Federal Reserve ha spento le aspettative per un rialzo dei tassi di interesse fin da giugno.
Da mercoledì scorso, quando il comitato monetario della Fed ha concluso la sua riunione, l’oro in effetti non ha mai smesso di apprezzarsi: la serie di rialzi - sette sedute consecutive - è la più lunga che sia mai stata registrata da oltre due anni. Con i raid aerei sauditi in Yemen (che peraltro non hanno rafforzato un altro dei tradizionali beni rifugio, il dollaro) il metallo giallo ha cercato inutilmente di rompere la resistenza posta a 1.207 $/oncia. Ma potrebbe essersi comunque consolidato sopra quota 1.200 $.
Nonostante tutto pochi analisti credono che il rally possa continuare a lungo. «Il prezzo è balzato del 2% sulle notizie dallo Yemen - osserva Daniel Briesemann di Commerzbank - ma di solito la domanda fisica non è generata da eventi rischiosi e a livello fondamentale non vedo una ragione per cui l’oro nel breve termine debba muoversi in modo significativo, in una direzione come nell’altra».
Una settimana di rialzi ininterrotti non ha riacceso l’interesse per gli Etf sull’oro: secondo Bloomberg il patrimonio di questi strumenti è complessivamente calato anche mercoledì, di 1,1 tonnellate, riducendosi a 1.624,9 tonnellate, il minimo da oltre due mesi.
Anche sul mercato fisico la domanda langue. Anzi, i rincari degli ultimi giorni hanno semmai raffreddato i consumi, come evidenziato dal calo dei premi in Cina: la settimana scorsa erano intorno a 6-7 $ sopra la quotazione di borsa, ora sono scesi a 2-3 $. Le statistiche delle autorità doganali di Hong Kong hanno inoltre mostrato una forte diminuzione delle importazioni cinesi attraverso quella frontiera (l’unica che fornisce dati): in febbraio - complice il periodo di festività per il Capodanno lunare - sono arrivate 65,8 tonnellate nette di metallo, contro le 71,6 tonnellate di gennaio e le 109 tonnellate di un anno prima.