L'oro brilla sempre di più.
Pubblicato: 17/05/2015 06:51:34L’oro, almeno in Occidente, sembra aver riguadagnato un po’ di fiducia da parte degli investitori. L’allontanarsi della prospettiva di un rialzo dei tassi di interesse negli Usa e il conseguente ribasso del dollaro hanno favorito una ripresa delle quotazioni del lingotto ben oltre la soglia psicologica di 1.200 dollari l’oncia: dopo un balzo di oltre il 2% mercoledì, ieri l’oro ha continuato a salire fino a quota 1.226,20 $, il massimo da tre mesi. La settimana è avviata a concludersi come la migliore degli ultimi 5 mesi.
Anche dal World Gold Council (Wgc) è arrivata conferma di un maggiore interesse degli investitori occidentali. Nel primo trimestre, per la prima volta da fine 2012, c’è stato un aumento del patrimonio degli Etf sull’oro (+25,7 tonnellate). Inoltre, in Europa c’è stato un boom di acquisti di barre e monete: +16% a 61 tonnellate.
Il quadro della domanda non è però tutto rose e fiori. Al contrario. Confermando altre analisi, lo stesso Wgc afferma che a livello globale nel primo trimestre c’è stato un calo di domanda (-1% a 1.079 tonn), con un cattivo risultato soprattutto nel settore chiave della gioielleria.
Quasi ovunque se n’è comprata meno e in Cina in particolare c’è stato un crollo del 10% a 272,9 tonnnellate, che il Wgc spiega con «la forza incontrollata del mercato azionario, che chiaramente ha distratto l’attenzione dall’oro». Nel 2014 in effettti, mentre le quotazioni del lingotto perdevano circa il 7%, il principale indice azionario cinese addirittura raddoppiava. E nei primi tre mesi di quest’anno in Cina sono stati aperti 8 milioni di nuovi conti titoli, con un acclereazione del 433% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso.
Tra i pochi elementi incoraggianti per la domanda c’è l’India, dove gli acquisti di gioielleria nel primo trimestre sono invece aumentati del 22% (a 151 tonn), grazie alle condizioni incoraggianti dell’economia, ma sopratutto alla rimozione da novembre scorso delle restrizioni all’import.
Oltre alla salute della domanda e alle politiche della Federal Reserve, c’è tuttavia un altro fattore da tenere d’occhio sul mercato dell’oro: a giugno in Sudafrica partono le trattative per il rinnovo contrattuale dei dipendenti delle società aurifere, che già si preannunciano infuocate. Il maggiore sindacato , il Num, che rappresenta oltre metà dei minatori d’oro, ha chiesto un aumento dell’80% del salario minimo, mentre l’Amcu - responsabile dei 5 mesi di sciopero l’ anno scorso nelle miniere di platino - vorrebbe addirittura un raddoppio della paga.