Oro, è boom di domanda ma il prezzo crolla ai minimi dal 2009

Pubblicato: 17/11/2015 09:13:26

Tentati dai ribassi di prezzo, i risparmiatori hanno fatto incetta di barre e monete d’oro nel terzo trimestre, risollevando la domanda di metallo tanto da spingerla ai massimi da due anni: in tutto 1.120,9 tonnellate, secondo il World Gold Council (Wgc), l’8% in più rispetto allo stesso periodo del 2014.

Il risveglio dei consumi non è tuttavia riuscito a sostenere i corsi dell’oro, che proprio ieri - vittima del dollaro forte e delle crescenti aspettative di rialzo dei tassi di interesse Usa - è affondato a livelli che non toccava da sei anni: 1.074,26 $/oncia.

 

Anche durante lo scorso trimestre, per gli stessi motivi, le quotazioni erano particolarmente deboli e questo, secondo Alistair Hewitt, responsabile Market intelligence del Wgc, «ha rappresentato un’opportunità di acquisto per molta gente, che si è buttata sul mercato per accrescere l’esposizione all’oro».

Il «desiderio di barre e monete», come lo chiama Hewitt, si è riacceso in Oriente così come in Occidente. L’exploit più clamoroso si è visto negli Stati Uniti, dove la domanda è più che triplicata a 32,7 tonnellate, un record da cinque anni. Nell’Eurozona c’è stato un aumento del 35%, in Cina del 70 per cento. Più moderati gli acquisti in India, saliti solo del 6 per cento. Nel Paese che storicamente detiene il primato dei consumi auriferi (oggi conteso dalla Cina) c’è stato tuttavia un boom di acquisti di gioielleria: +15% a 211 tonn. A livello globale il settore della gioielleria, che rappresenta il 60% della domanda di oro, ha visto salire gli acquisti del 6% nel trimestre (a 631,9 tonn).

A conferma del fatto che gli investitori, istituzionali e non, si stanno ormai disinnamorando del lingotto, la domanda di Etf sull’oro ha invece continuato a calare, con riscatti pari a 65,9 tonnellate, 24 in più rispetto a un anno prima.

Anche le banche centrali su base annua hanno diminuito gli acquisti netti, ma il confronto è con un trimestre da record. L’incremento delle riserve auree tra giugno e settembre, pari a 175 tonnellate, è infatti il secondo di sempre.

L’offerta di oro, grazie a una maggiore produzione mineraria e operazioni di hedging dei produttori, è aumentata dell’1% a 1.100,1 tonnellate.

«Dopo un terzo trimestre tanto eccezionale - avverte il Wgc - è opportuno un richiamo alla cautela per il quarto». Le previsioni sulla domanda nell’intero 2015 rimangono invariate a 4.200-4.300 tonn, con la Cina a 900-1.000 e l’India a 850-950.