Oro, domanda da primato nel primo trimestre grazie agli investimenti
Pubblicato: 16/05/2016 15:10:20È stata una domanda da primato a infiammare le quotazioni dell’oro nel primo trimestre: 1.290 tonnellate in tutto (+21%), secondo il World Gold Council, il massimo storico per questo periodo dell’anno e secondo soltanto all’ultimo trimestre del 2012 nella serie di statistiche, che inizia nel 2000. Il boom di richieste - che ha spinto le quotazioni dell’oro in rialzo del 17% tra gennaio e marzo, il miglior risultato trimestrale da oltre trent’anni - è tuttavia legato soltanto agli investimenti. I consumi in gioielleria, ben più consistenti e tradizionalmente stabili, sono infatti crollati del 19% (a 481,9 tonn), dimostrandosi particolarmente deboli proprio nei due maggiori mercati mondiali: la Cina e l’India. In reazione al rialzo dei prezzi e a una lunga serrata dei gioiellieri, in India la domanda complessiva è scesa addirittura ai minimi da 7 anni (116,5 tonn, -39%). La fame di oro degli investitori, soprattutto occidentali, è stata comunque tale da compensare ogni altra area di debolezza, compresi gli acquisti delle banche centrali, che stanno rallentando. Dopo tre anni di riscatti il patrimonio degli Etf è cresciuto di 363,7 tonnellate, recuperando i flussi negativi del 2014 e del 2015. Solo nel primo trimestre 2009, nel pieno della bufera dei mercati finanziari, l’assalto era stato ancora più impetuoso. Per barre e monete la domanda si è invece impennata solo in alcune aree del mondo, in particolare negli Usa e in Gran Bretagna. In Medio Oriente le minori entrate di petrodollari hanno penalizzato gli acquisti di oro fisico, con l’unica eccezione dell’Iran, che ha festeggiato la fine delle sanzioni. Il successo degli Etf, guidato soprattutto all’allontanarsi del rialzo dei tassi da parte della Fed, potrebbe attenuarsi nei prossimi mesi. Secondo il Wgc tuttavia i consumi in gioielleria, soprattutto in India, sono da considerare «rinviati piuttosto che perduti». Un altro fenomeno rilevante nel primo trimestre è stato un deciso ritorno all’hedging da parte delle società aurifere, che hanno venduto a termine 40 tonnellate nette di oro.