All'Italia 1,5 mld di fondi Ue, le imprese non hanno più alibi
Pubblicato: 28/06/2013 17:30:57Enrico Letta termina il suo lavoro al Consiglio europeo col sorriso "perché credo che ci sia da sorridere per un risultato importante per l'Italia e per l'Ue: abbiamo vinto bene sulla lotta alla disoccupazione, abbiamo vinto di misura sull'unione bancaria e pareggiato sul ruolo della Banca europea per gli investimenti", ha affermato il presidente del consiglio in conferenza stampa al termine del Consiglio europeo.
L'accordo sull'Unione bancaria "poteva essere più arretrato", ha precisato, mentre è "un compromesso che rispetta la tempistica che ci eravamo dati: entro quest'anno si completa il percorso". Quanto alla Bei deve essere il braccio dell'economia reale, un modo per proteggere la Bce perché attorno al suo ruolo c'è da più parti una spinta eccessiva verso un protagonismo maggiore di quello che dovrebbe essere.
"Abbiamo spinto in questa direzione, proponiamo che la Bei faccia di più. E' una battaglia che continueremo", ha aggiunto Letta, osservando che c'è un arretramento nel testo finale perché l'ammontare degli investimenti è passato dal 50% al 40%.
Soddisfazione più marcata, con risultati al di là delle aspettative, per quello che riguarda l'occupazione, in particolare quella giovanile. Della quota complessiva di 9 miliardi, che oggi sono stati allocati dall'Ue per rilanciare l'occupazione giovanile, all'Italia andranno 1,5 miliardi, molto più dei 500-600 milioni che ci si aspettava.
Un miliardo nel primo biennio e poi il resto nella fase successiva. "Bisogna che in questi due anni si usino tutti i soldi e bene", ha ammonito il premier. "Ma bisogna anche rifuggire dal creare aspettative eccessive". Comunque, oggi su questo tema del lavoro la somma dell'intervento nazionale italiano e dei fondi europei fa un pacchetto di interventi con una massa critica "significativa".
Il presidente del consiglio ha svelato anche alcuni retroscena: Angela Merkel è stata la prima ad aver colto l'importanza della proposta italiana sull'occupazione giovanile. "Anzi, posso rivelare che proprio ad Angela Merkel, in un incontro che abbiamo avuto subito dopo la fiducia al governo, ho confidato di voler caratterizzare i primi mesi del governo su un tema che sta a cuore agli italiani".
Ora Letta passa la palla alle imprese: "ora sta alle imprese, le imprese non hanno alibi. Ora le imprese possono assumere giovani, ovviamente a tempo indeterminato". E pretende che venga lasciata alle spalle l'idea di un'Italia che spreca i fondi europei.
Letta ha già a cuore un altro tema. "Italia, Spagna, Francia e Germania hanno insistito che i Paesi fuori dall'Euro non frenino il processo di integrazione". Una discussione che sarà approfondita in futuro. "I Paesi dell'area euro devono fare passi in avanti ulteriori ed è importante che Angela Merkel su questo abbia preso impegni precisi".
La Merkel dovrà ragionare anche su altro. "Se hanno un senso i limiti e i criteri che si sono dati", ha concluso il premier, "questi limiti devono individuare delle premialità oltre che delle sanzioni. Chi fa scelte nella direzione di tenere i conti in ordine il premio ci deve essere. L'Italia ha fatto scelte faticose, bisogna che il mantenimento degli impegni porti a delle premialità e la principale premialità è la flessibilità", ha concluso Letta.