Dopo l’oro, l’Ice conquista anche il benchmark dell’argento

Pubblicato: 19/07/2017 17:04:13

È l’Intercontinental Exchange (Ice) il nuovo “padrone” del London Silver Price, l’erede – finora davvero sfortunato – del vecchio fixing dell’argento, andato in pensione nel 2014 dopo 117 anni di storia. La borsa, attraverso Ice Benchmark Adiministration (Iba), che già gestisce il Gold Price, ha ottenuto l’incarico dalla London Bullion Market Association (Lbma), lasciando ancora una volta sconfitto il London Metal Exchange (Lme). Quest’ultimo aveva già perso la gara tre anni fa, battuto dal tandem Cme GroupThomson Reuters. Quando i due avevano deciso di rinunciare, la primavera scorsa, il Lme era venuto allo scoperto come unico candidato per il compito, divenuto sempre più scomodo, di occuparsi del benchmark. Sulle aspirazioni dell’Ice erano emerse solo indiscrezioni. Ma il suo interesse per il Silver Fix era scontato, in quanto funzionale al decollo dei nuovi future londinesi su oro e argento che anche l’Ice (come del resto il Lme) ha da poco varato. La borsa gestisce il benchmark dell’oro – e conta di fare lo stesso con quello dell’argento – mediante una piattaforma di scambi che offre anche un servizio di clearing, effettuato per l’appunto con i “suoi” future sui preziosi. La novità, introdotta (non senza qualche intoppo) lo scorso aprile, le ha consentito di incrementare la liquidità su entrambi i mercati. E anche di accrescere i profitti, che con il solo benchmark non sarebbero forse abbastanza allettanti da ripagare gli sforzi. La stretta vigilanza delle autorità di mercato e le normative sempre più severe hanno reso molto complicata e onerosa la gestione dei benchmark finanziari. E quelli di oro e argento sono entrati in crisi in gran parte perché le banche, nel timore di essere accusate di manipolazione, sono sempre più restie a intervenire sul mercato nei momenti in cui occorrerebbe liquidità. È probabile che l’elemento vincente della proposta dell’Ice sia stata proprio la presenza di una cassa di compensazione, che non è invece prevista dal sistema di aste elettroniche targato Lme, che in questo modo gestisce i nuovi “fixing” di platino e palladio. «La decisione della Lbma – ha dichiarato Finbarr Hutcheson, ceo di Iba –riflette il nostro impegno e investimento negli ultimi due anni nell’allineare il Gold Price ai principi Iosco. Il nostro modello con clearing centralizzato ha già consentito una più ampia partecipazione e continuiamo ad espanderla».