La Fed: nuove regole sul trading delle banche nelle materie prime
Pubblicato: 30/07/2013 12:41:16NEW YORK
Le più importanti banche americane hanno cominciato a riorganizzare le loro attività di investimento e trading nel settore delle materie prime. L'obiettivo è quello di giocare d'anticipo su nuove regole che saranno introdotte dalla Federal Reserve in settembre per limitare fortemente quella che è considerata un'intrusione delle grandi istituzioni finanziarie in mercati che non dovrebbero riguardarle se non per un interesse speculativo. Stiamo parlando ad esempio dei mercati dell'elettricità, del petrolio e persino di attività che riguardano stockaggio di metalli in magazzino. Una delle conclusioni del consiglio della Fed è che le attività speculative dei trading desk di alcune delle più importanti banche Usa rischiano di creare forte volatilità nel mercato delle materie prime, di «disturbare i prezzi» creando problemi non da poco per le attività industriali che usano proprio quelle commodity per condurre le loro normali attività. Abbiamo visto in passato sbalzi enormi del prezzo del petrolio, di alcune derrate alimentari o di altre materie prime, non ultimo l'oro che ha raggiunto vette che soltanto alcuni anni fa sembravano impossibili.
Le banche, in previsione di questa stretta attesa da parte della Fed, stanno reagendo in modo diverso. Alcune hanno deciso di liquidare le divisioni che si occupano di queste aggressive operazioni speculative, altre hanno deciso di «mimetizzarle», separandole in altre attività. Secondo le indiscrezioni raccolte dalla stampa americana in questi giorni, Morgan Stanley ha cercato di vendere il suo desk di trading di materie prime l'anno scorso, Goldman Sachs ha già venduto la sua divisione che speculava sull'energia elettrica e sia Goldman che JP Morgan Chase stanno considerando la vendita delle loro attività di stoccaggio di metalli. La sfida è naturalmente epocale. Per i mercati, che potrebbero perdere alcuni dei loro principali protagonisti. E per le banche, che rischiano di perdere un'importante fonte di profitto.
La preoccupazione dietro queste direttive in arrivo dalla Fed riguarda il rischio di manipolazione dei prezzi per via di attività speculative il cui unico obiettivo non è quello di garantirsi la consegna di materie prime per potere portare a termine un ordine, ma è semplicemente quello di speculare, creando prodotti derivati che aumentano enormemente i volumi di vendite e acquisti. Si sono viste negli anni manipolazioni dei prezzi ad esempio dell'alluminio e per ciò che riguarda il petrolio, nel 2008, il prezzo del greggio raggiunse i 150 dollari al barile per ragioni che non avevano nulla a che fare con la produzione reale. Secondo i contratti per acquisto e consegna di greggio per determinate date future, gli impegni di consegna avevano superato di gran lunga quella che poteva esser la produzione reale di greggio. Questa dicotomia tra prezzi, speculazione e realtà produttive ha fatto scattare importanti campanelli d'allarme a livello internazionale e la Fed ha deciso di intervenire pesantemente, diventanto sotto certi aspetti un punto di riferimento per altre autorità internazionali.