Con 410 milioni JpMorgan chiude l'inchiesta sul trading di elettricità
Pubblicato: 31/07/2013 16:34:15NEW YORK
JpMorgan ha accettato di pagare 410 milioni di dollari per archiviare accuse di manipolazione del mercato americano dell'elettricità. Una multa che arriva dopo la sanzione da 435 milioni imposta dalle autorità Usa a un'altra banca, Barclays, che le sta però contestando.
La Federal Energy Regulatory Commission (Ferc) riceverà da JpMorgan, che non ha ammesso né smentito le accuse, 285 milioni in sanzioni e 125 milioni in restituzione di profitti. Le sue indagini l'hanno portata a concludere che la JpMorgan Ventures Energy avrebbe manipolato i mercati della California e del Midwest, utilizzando almeno otto diverse strategie che influenzavano ad arte i prezzi, risultando in pagamenti eccessivi alla banca e alle sue centrali elettriche da parte dei gestori delle reti di distribuzione. Quattro dipendenti di JpMorgan vengono menzionati nel caso, tra i quali la responsabile della divisione commodities, Blythe Masters, ma la Ferc ha deciso di non perseguirli.
L'offensiva delle Authorities contro le grandi banche, non solo JpMorgan, per la loro vasta espansione nelle commodities e i rischi di manipolazione che questa comporta è ancora in pieno svolgimento. Ieri al Senato si è svolta una seconda audizione, cui hanno partecipato il presidente della Sec Mary Jo White e il capo della Cftc Gary Gensler, per chiedere maggior supervisione e trasparenza. La Federal Reserve ha già indicato di voler riesaminare l'autorizzazione concessa ad alcune grandi banche per operare sul mercato fisico delle materie prime. Le principali dieci banche di Wall Street hanno generato un miliardo di dollari da queste attività, mentre altri 5 miliardi sono scaturiti da operazioni finanziarie, a cominciare da quelle sui derivati.
Sotto la crescente pressione delle autorità proprio JpMorgan ha reso noto nei giorni scorsi di voler cedere le attività fisiche nel settore. Tra queste vi sono magazzini per lo stoccaggio di metalli (JpMorgan possiede la Henry Bath, autorizzata a custodire le scorte del London Metal Exchange), partecipazioni in centrali elettriche e desk per il trading di petrolio, gas e carbone.
Un potenziale acquirente, in questo terremoto, è già affiorato: la Edf Trading, controllata del colosso francese Eléctricité de France, ha espresso interesse durante l'intervista di un suo dirigente al Financial Times. Il Wall Street Journal ha intanto stimato che gli asset messi in vendita generino 700 milioni di dollari di entrate, solo l'1% circa del giro d'affari di JpMorgan, e diano lavoro a 600 persone. La banca dal 2008 a oggi aveva però effettuato significativi investimenti per guadagnare una posizione di ledership nelle commodities fisiche e la decisione di vendere rappresenta una brusca retromarcia. JpMorgan manterrà comunque la presenza nei derivati, nelle operazioni di hedging nell'energia per conto di clienti e nella custodia di oro e argento. Altri istituti stanno considerando passi simili di disinvestimento.