Oro in caduta sotto i 1.300 dollari Si teme una frenata della domanda
Pubblicato: 02/10/2013 09:07:25Lo stallo sul budget federale americano non spaventa Wall Street e i listini europei (tutti gli indici ieri sono risultati in recupero), ma ha affossato il prezzo dell'oro. Il fatto che il Senato degli Stati Uniti abbia respinto ieri (per la terza volta) la bozza delle legge finanziaria approvata nella notte dalla Camera rischia infatti di pesare sull'andamento dell'economia statunitense, di frenare la crescita inflattiva e di deprimere anche la domanda (industriale e per investimento) di oro. La notizia infatti è stata accolta da un immediato calo dei prezzi, che si sono avvicinati alla soglia dei 1.290 dollari l'oncia (sono i minimi da circa sette settimane), oltre il 3% in meno rispetto alla seduta precedente. Sono ormai veramente lontanissimi i record toccati sopra quota 1.920 dollari nel settembre del 2011. Lo scivolone dell'oro è stato seguito dall'argento, atterrato a New York ai minimi da agosto sotto quota 21 dollari l'oncia, circa il 4% in meno su lunedì. Da ricordare che l'oro da inizio anno ha perso oltre il 23% a causa del rallentamento dei consumi, della bassa inflazione (il metallo giallo viene sempre considerato il bene rifugio per eccellenza) e dal rally dei listini azionari.
Come al solito è difficile prevedere l'andamento dei prezzi per i prossimi mesi, ma di sicuro – almeno per il breve periodo – tra gli operatori non sembra aleggiare molto ottimismo. Fitch Rating per esempio ieri ha ricordato che alla luce dell'attuale situazione appare assai improbabile assistere a un rimbalzo dei prezzi, anzi.
Il mercato comunque guarda anche all'andamento dei consumi. Al centro dell'attenzione sono due paesi, l'India e la Cina, i maggiori importatori del settore. In India la domanda dopo essere letteralmente crollata dal mese scorso appare in lenta ripresa. Il paese è alle prese con un fortissimo deficit commerciale e per questo ha alzato i dazi all'import di oro. Il risultato è che – secondo stime governative – gli acquisti, dopo aver toccato in maggio il livello record di 162 tonnellate, sono cadute in agosto a 3,38 tonnellate. In settembre è tuttavia iniziata una graduale ripresa con gli acquisti che sono risaliti a 7,24 tonnellate. Per la fine di ottobre si parla poi di un rimbalzo dell'import fino a 30 tonnellate, circa la metà della media mensile degli ultimi anni.
Notizie incoraggianti per l'andamento della domanda giungono anche dalla Cina, il cui fabbisogno di oro potrebbe aumentare a ritmi superiori a quelli della sua crescita economica, grazie all'aumento della popolazione (stime della Nazioni Unite parlano di 1,43 miliardi di persone nel 2020, il 5,4% in più rispetto al 2010) e soprattutto della crescita della capacità di spesa della classe media locale, il che dovrebbe portare a un aumento dei consumi di gioielli. Secondo il World Gold Council quest'anno la domanda cinese di metallo giallo potrebbe superare quella cinese per salire fino a quota mille tonnellate. Albert Cheng, managing director per il Far East del Wgc ha poi ricordato che soprattutto nell'area l'oro rappresenta sempre una valida e utilizzata forma di investimento. Basti pensare al record registrato nel secondo trimestre semestre (+78% sullo stesso periodo dell'anno precedente) dagli acquisti di lingotti e monete favoriti dai prezzi molto contenuti del metallo prezioso e trainati dalla domanda (raddoppiata) proprio di India e Cina. Da ricordare che Pechino, oltre ad allentare le attuali restrizioni all'import, sta rafforzando il settore minerario e che nei primi sette mesi dell'anno ha visto le estrazioni di oro salire dell'11,5% a oltre 232 tonnellate.
Grazie anche all'incoraggiante andamento dei consumi la London Bullion Association prevede una ripresa dei prezzi, che nel giro di un anno potrebbero tornare sopra la soglia dei 1.400 dollari l'oncia.